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Gli abitanti si chiamano: radicofanesi.

Radicofani

 
 

 

 

Posto tra il monte Cetona e il monte Amiata, il territorio comunale di Radicofani è dominato dalla imponente rupe basaltica (896 metri) di origine vulcanica, coronata dai ruderi della omonima rocca e che ne è anche la massima altitudine.
La presenza a Radicofani nel Medioevo di ben tre ospedali - di San Pietro, di Bonaiucte e una domus leprosorum - attesta l'importanza della località come stazione di transito sulla importante via Francigena o Romea.


Ma nell'"Itinerario" di Sigerico di Canterbury (990-994), Radicofani non è ricordato come luogo di tappa - come ad esempio nel successivo (1191) "Itinerario di Filippo II Augusto", dove si menziona Rodecoc - bensì si cita la non identificata località di "S.ce Peitr in Pail" (San Pietro in Paglia), probabilmente più spostata verso il fondovalle. Del resto il valico all'altezza del borgo rappresenta una evidente forzatura del tracciato stradale per facilitarne il controllo.

Questo costituì per secoli la funzione principale di Radicofani e la causa delle dispute, talvolta subdole e intricate, di cui fu oggetto.

 

 

 

 

Il borgo di Callemala, il primitivo insediamento, è documentato già nell'876, mentre il Castello di Radicofani è ricordato la prima volta nel 793, in un documento del marchese Lamberto di Ildebrando. Numerosi sono i documenti dell'Abbazia dell'Amiata che ricordano questo villaggio sulla via Francigena, presso il quale, in val di Paglia, i monaci fecero costruire vari mulini.
Radicofani che era di proprietà regia, ebbe ben presto vari contendenti: ai monaci dell'Amiata tentarono di sostituirsi i conti Aldobrandeschi, i Manetti di Sarteano, per esser conti di Chiusi e quindi rappresentanti dell'autorità regia sul distretto di quella città, cercarono di far valere i loro diritti su Radicofani e nel 1139 il conte Manente di Pepone donò al vescovo di Siena Ranieri la sesta parte del castello.

Iniziò così, con questo che può considerarsi uno dei primi fatti salienti dell'espansione territoriale senese, il controllo della repubblica sulla forte posizione strategica ed anche le dispute con i monaci dell'Amiata.

 

L'Abbazia amiatina cercò il sostegno della Chiesa romana, concedendo in in locazione perpetua e Eugenio III e ai suoi successori, la metà del Castello di Radicofani e della sua giurisdizione. Adriano IV fece poco dopo fortificare il castello ed ancora nel 1198 Innocenzo III ne fece ulteriormente potenziare le fortificazioni e Ottone IV riconobbe nel 1201 Radicofani come punto di confine del Patrimonio di San Pietro.
Nel 1262 ripararono a Radicofani i Salimbeni assieme agli altri fuorusciti guelfi senesi. Iniziò così un periodo in cui Radicofani fu coinvolta nelle vicende politiche della Toscana: si ribellò alla Chiesa nel 1284 e dal 1295 fu teatro delle imprese di Ghino di Tacco contro i senesi; infine, nel 1301-1302 fu al centro della guerra condotta da Guido Montfort e Margherita Aldobrandeschi contro i comuni guelfi di Siena e Orvieto alleati del Papa.

Fu alla metà del XIV secolo che la Repubblica di Siena fece passi decisivi per il definitivo controllo di Radicofani, accordatisi con la famiglia Del Guasta e nel 1352 ottennero la sottomissione del comune.
 

Il sistema fortificatorio di Radicofani, in gran parte rovinato nel Settecento, ha una struttura piuttosto complessa. Della Rocca più antica ad andamento triangolare, rimane la torre principale, con funzione di mastio, abbondantemente integrata dai restauri del 1929 e in seguito sede di una stazione meteorologica.
Attorno alla Rocca si svolge una Fortezza bastionata, articolata su quattro lati irregolari, successivamente integrata verso nord. Infine delle mura a difesa del borgo ne resta qualche frammento ai piedi della fortezza, con una torre rotonda ed alcune porte.

 

 
 
 
 

 

Per giungere a Radicofani è necessario percorrere una strada piuttosto movimentata: i tornanti sembrano mille ma il paesaggio che si può osservare è talmente bello da ricompensare abbondantemente il disagio. Da Radicofani passava in antico la strada dei "romei", ovvero i pellegrini che si recavano a Roma. Prima dell'anno Mille, quando i Franchi avevano esteso il loro dominio sulla Toscana, era sorto il problema di come raggiungere Roma dal nord.
Tra le strade che attraversavano la Toscana, la via Cassia non era più percorribile e l'Aurelia era pericolosa perché la malaria imperversava soprattutto nella parte meridionale. Ma i "romei" avevano bisogno di sicurezza. Si pensò allora di individuare un nuovo tracciato che conducesse a Roma dal nord e che fosse particolarmente sicuro. La strada passava da Lucca e di qui, passando da Altopascio, giungeva a Siena, scendeva a Radicofani per poi proseguire fino a Roma. Venne chiamata via Romea. Come era costume del tempo, gli abitanti di Radicofani vi avevano lavorato direttamente nel tratto che riguardava loro ed avevano ricevuto le indulgenze dal vescovo della loro diocesi.
Questa strada era molto importante; essa facilitava i trasporti e le comunicazioni, gli scambi materiali ed intellettuali; gli ordini religiosi, poi, fondavano ai margini di essa ospizi allo scopo di soccorrere i pellegrini in caso di bisogno.
Il pellegrino dopo aver ricevuto la benedizione dal proprio parroco, partiva tranquillamente alla volta di Roma. Si appoggiava al "bordone" (cioè al bastone) e teneva la "scarsella" (cioè la borsa) a tracolla, sicuro di non aver sorprese. Indossava il vestito fatto con una stoffa assai grossolana chiamata "schiavina " per cui era riconoscibile anche da lontano ed andava verso le tombe degli Apostoli sulle rive del Tevere. I "romei" sapevano che questa strada, soprattutto nel tratto di Radicofani, era sicura. Da una parte c'erano i monaci dell'Abbazia di San Salvatore che li avrebbero aiutati in ogni frangente, dall'altra la popolazione stessa di Radicofani che per loro sarebbe stata certamente una garanzia.

 

 

Per visitare il sito ufficiale del Comune di Radicofani: www.comune.radicofani.siena.it

 

 

 
 
 
 

Radicofani

Pictures

   
 
 
 

 
 

Radicofani

 
 
 
 

 
 

Radicofani, una veduta del borgo

Radicofani, uno scorcio della Fortezza

 
 
 
 

 
 

Radicofani, uno scorcio della Fortezza

Radicofani, uno scorcio della Fortezza

 
 
 
 

 
 

Radicofani, uno scorcio della Fortezza

Radicofani, una veduta della Val d'Orcia

 
 
 
 

 
 

Radicofani, uno scorcio della Rocca

Radicofani, uno scorcio della Rocca