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Gli abitanti si chiamano: raddesi.

Radda in Chianti

 
 

 

Il territorio comunale di Radda si estende per tutta l'alta valle del fiume Pesa ed occupa anche, col suo settore più meridionale, parte della valle dell'Arbia. La conformazione spaziale della circoscrizione amministrativa ha antiche origini, deriva da uno dei "Terzi" della medioevale "Lega del Chianti". Con l'unificazione italiana, infatti, i comuni, come enti autarchici territoriali, si foggiarono sulla base delle "comunità" granducali, sostanzialmente rispettandone i confini.
L'archeologia e la toponomastica ricordano che la zona circostante conobbe numerosi insediamenti etrusco-romani. È soprattutto sul Poggio di Cetamura, nei pressi della Croce di Porcignano, che sono stati scoperti i resti di quello che fu probabilmente il più importante insediamento etrusco-romano del Chianti, cui faceva capo una rete viaria proveniente da Chiusi e da Volterra.

Anche la toponomastica aiuta a ricercare le origini etrusche, come i nomi di certi luoghi: Vercenni, Gàrbina, Vècine, Petrène.
Nel Medioevo si svilupparono molti feudi, testimoniati dalla presenza di numerosi castelli. Agli inizi del Duecento, dopo la pace di Fonterutoli tra Firenze e Siena, Radda divenne di dominio fiorentino. Successivamente Firenze decise di riunire i popoli chiantigiani in una Lega che comprendeva i castelli di Gaiole e Castellina, oltre a Radda che aveva un ruolo primario come capoluogo.

 

 

 

 

A testimonianza della passata preminenza amministrativa e giurisdizionale di Radda sugli altri luoghi del Chianti, sta il quattrocentesco Palazzo Pretorio, adorno degli stemmi dei podestà. I principali centri abitati del comune hanno conservato la tipica struttura urbana dell'insediamento fortificato del Medioevo: oltre al capoluogo comunale, Volpaia, Monterinaldi, Castelvecchi, Albola e Montemuro sono tutti insediamenti di altura dotati di opere di difesa che risalgono al Due-Trecento e consistono in una cinta muraria dall'andamento pressappoco circolare o ellittico (raramente conservatasi nella sua integrità) che recinge le abitazioni.

Nei centri urbanisticamente più consistenti (Radda, Volpaia) lungo il circuito murario si alternavano, a intervalli più o meno regolari, torri di difesa. In corrispondenza dei punti di accesso si aprivano altrettante porte, spesso ai due capi dell'asse viario principale che divideva in due parti il tessuto residenziale. Un cassero completava le fortificazioni: si trattava di una torre di maggiore altezza e solidità, inserita nel circuito murario (come a Volpaia), oppure posta al centro dell'insediamento, in posizione più elevata (come ad Albola).

In taluni casi, delle opere di difesa rimangono solo poche tracce, come a Monterinaldi, a Montemuro ed a Castelvecchi; sempre tuttavia gli abitati, nella loro conformazione urbana, hanno serbato il ricordo della struttura castellana.

 

Le attività economiche sono state da sempre legate all'agricoltura, con particolare riferimento alla vite e all'olivo. Fino a qualche anno fa era sviluppato l'allevamento del bestiame, ma la crisi che ha colpito il settore negli ultimi decenni ha spinto i raddesi a ingegnarsi in altre attività. Tanto che il comune, pur conservando la sua caratteristica rurale, ha sviluppato anche interessanti attività artigianali (meccanica, mobili e confezioni) e terziarie.

 

 
 
 
 

 

Sono passati oltre sette secoli dalla fondazione, su iniziativa della repubblica fiorentina, della Lega del Chianti, un'organizzazione militare che aveva il compito di amministrare il territorio del Chianti e di difendere i suoi confini meridionali dagli attacchi nemici. Nel XII secolo la zona apparteneva quasi interamente alla Repubblica di Firenze, che ne aveva ottenuto il controllo con l'ausilio dell'organizzazione ecclesiastica, attraverso il suo fulcro politico-amministrativo nelle parrocchie. A partire dall'inizio del XIV secolo, fu stabilito l'ordinamento dei territori del la "Liga et societas de Chianti", sotto l'emblema del Gallo Nero e con la suddivisione nei Terzieri di Gaiole, Castellina e Radda, quest'ultima scelta per ospitare il quartiere generale (podesteria) .
Il primo statuto della storica istituzione, in cui venivano stabilite le norme civili e penali che il proprietario terriero doveva rispettare, risale all'anno 1384. Dato che negli anni che seguirono non ci fu più la necessità di proteggere i confini della regione del Chianti, la lega continuò la sua attività sul piano civile e su quanto concerneva la coltivazione della terra. Naturalmente la gestione delle vigne rappresentava uno dei suoi principali interessi: furono dunque stilate le regole generali per la corretta produzione vinicola.

 

A partire dal 1444 venne imposta una regolamentazione per la vendemmia che doveva avvenire in termini prestabiliti e comunque non prima della festa di San Michele, il 29 settembre, così da essere sicuri che si ottenesse "quel buon vino che si vende tanto bene".
Risale al 1774 la decisione di Pietro Leopoldo, granduca di Toscana, di sciogliere la lega e di fondare una nuova organizzazione amministrativa. Con il passare dei secoli alcune delle ragioni per cui era sorta in origine la lega erano nuovamente tornate di attualità, così come le finalità culturali ed i principi basati su una buona qualità di vita. Erano le ragioni che avevano caratterizzato gran parte della sua attività e che erano e sono ricche di significato anche in tempi più moderni. A questo scopo, nel 1970, essa è stata rifondata e, nel 1985, sono stati festeggiati con grande solennità i settecento anni dalla nascita dell'antica lega.
La nuova Lega del Chianti si considera il naturale proseguimento della passata istituzione, in quanto, pur essendo vero che si occupa delle necessità di una realtà ben diversa, allo stesso tempo cerca di attenersi il più possibile ai vecchi principi.
Ovviamente non sono più i compiti militari ed amministrativi a caratterizzare la sua attività, ma piuttosto il ruolo morale e culturale. Gli obiettivi della lega sono riassunti in tre articoli del suo statuto: rivalutazione della regione del Chianti; promozione della cultura del vino, della vita campestre e del senso religioso della vita; incoraggiamento ad una coscienza universale che si esprime con l'amicizia e la solidarietà fra tutti gli uomini del Chianti e di tutti quelli che amano questa terra.


[ Tratto da: La Toscana paese per paese - Casa Editrice Bonechi - Firenze - Italia ]
 

 

Per visitare il sito ufficiale del Comune di Radda in Chianti: www.comune.radda-in-chianti.si.it

 

 

 
 
 
 

Radda in Chianti

Pictures

   
 
 
 

 
 

Radda in Chianti, uno scorcio panoramico del borgo

 
 
 
 

 
 

Radda in Chianti, uno scorcio del borgo

Radda in Chianti, uno scorcio del borgo

 
 
 
 

 
 

Radda in Chianti, un particolare dell'antica fortificazione

Radda in Chianti, uno scorcio del borgo

 
 
 
 

 
 

Radda in Chianti, uno scorcio del borgo

Radda in Chianti, una veduta della Prepositura di San Niccolò

 
 
 
 

 
 

Radda in Chianti, facciata del Palazzo Pretorio

Radda in Chianti, un caratteristico paesaggio della zona