La Pietra

 

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Il Territorio

 

Situata nell'alta Val di Farma, qualche chilometro a sud-ovest del paese di Monticiano, la Riserva Naturale La Pietra protegge un territorio quasi interamente boscato, compreso fra il torrente Farma e l'ultimo tratto del torrente Farmulla, suo affluente di sinistra.

Il nome della Riserva si riferisce allo sperone roccioso che insieme a Poggio Alto e a Poggio Ricavolo delinea la modesta dorsale collinare che separa l'alto corso del torrente Farma da quello del Farmulla.

Ricade in provincia di Siena, nel comune di Chiusdino, la porzione della Riserva a nord del torrente Farmulla, corso d'acqua che fa da confine con il comune di Rocca strada e quindi con la provincia di Grosseto.

La Riserva è nata per conservare il particolare valore paesaggistico, geologico e vegetazionale dello sperone roccioso di La Pietra e per tutelare la fascia boschiva ripariale che contorna i torrenti Farmulla e Farma.

La Riserva è interessata per tutta la sua estensione dall'affioramento della Formazione delle Argille con calcari Palombini, ad eccezione della rupe di La Pietra, che è costituita dalla Formazione dei Diaspri. Queste due formazioni geologiche rappresentano una parte della copertura sedimentaria delle rocce ofiolitiche (serpentiniti, gabbri, basalti) che costituivano il fondale dell'Oceano Ligure-Piemontese, ed insieme ad esse sono conosciute come Serie Ligure.

I diaspri, per la presenza di ossidi di ferro, acquisiscono il tipico colore rosso fegato, mentre la fitta stratificazione che li caratterizza ne ricorda l'origine sedimentaria. Le Argille con calcari Palombini si formarono durante la fase di chiusura dell'Oceano Ligure-Piemontese (Cretaceo inferiore, 140-100 milioni di anni fa) e sono costituite prevalentemente da argilliti grigie, suddivise in piccole scagliette, a cui si intercalano bancate più o meno spesse di calcare grigio chiaro.

 

La vegetazione

 

Il territorio della Riserva è quasi completamente ricoperto dal bosco misto deciduo, favorito dalla elevata piovosità di questa parte della Val di Farma. La specie arborea prevalente è il cerro.

Il cerro trova le sue condizioni ottimali nella parte medio-bassa dei versanti, nelle situazioni dove la scarsa pendenza favorisce il mantenimento di un certo strato di suolo fertile; si associa al carpino bianco in corrispondenza dei fossi e nelle vallate più umide, dove sono presenti anche arbusti di nocciolo, di sanguinello e qualche raro faggio.

Dove il sottobosco è più rado, all'inizio della primavera, spuntano per primi i precoci fiori dell'anemone bianco, seguiti da quelli gialli della consolida femmina e della primula. In primavera inoltrata fiorisce invece il giglio rosso, specie ovunque rara e minacciata dalla raccolta illegale. Meno evidente è la fioritura dell'elleboro di Boccone, una pianta endemica dell'Italia centro-meridionale, i cui grandi fiori verdi si confondono con il colore delle foglie dentellate. Nel sottobosco e in prossimità dei corsi d'acqua è frequente anche l'elleboro fetido, che rispetto alla specie precedente ha fiori più piccoli, a forma di campanella e bordati di rosso, e mantiene le foglie anche d'inverno.

 

In corrispondenza del Farma e del Farmulla la cerreta si mischia gradualmente alle tipiche specie ripariali, che trovano il loro massimo sviluppo nei tratti più larghi dei corsi d'acqua, dove si forma una fascia con salici, pioppi, ontani e frassini meridionali.

La vegetazione cambia aspetto salendo i versanti. Insieme al cerro compare la rovere e il sottobosco si popola di specie più mediterranee; arbusti di leccio, corbezzolo, viburno ed erica, fra i quali fiorisce il ciclamino primaverile.
Ai piedi dello sperone roccioso di La Pietra le specie arboree predominanti divengono la roverella e il carpino nero, a cui si uniscono l'acero campestre e l'acero minore, specie resistenti alle condizioni di maggiore aridità che esistono sui diaspri.

Salendo lungo la rupe di La Pietra la vegetazione arborea, dominante nel resto della Riserva, diminuisce gradualmente, lasciando il posto sulla sommità alle specie tipiche della macchia mediterranea, adattate alla scarsità di acqua nel suolo. Cespugli di fillirea, lentisco e qualche stentato alberello di leccio, infilando le radici nelle fratture della roccia, sono riusciti a trovare un po' di suolo e colonizzano gran parte della rupe, formando un basso arbusteto. Queste difficili condizioni ecologiche ricalcano l'habitat ottimale per la crescita del lupino greco, una leguminosa dai fiori violetti che ha la sua normale diffusione nei Balcani e, sporadicamente, nel sud della penisola italiana. La presenza del lupino greco fa della Riserva la località più settentrionale conosciuta per questa specie. I ripiani rocciosi della rupe sono colonizzati anche dai bassi cespugli della ginestra alata, una rara leguminosa caratterizzata da fusti provvisti di alette e dalle foglie molto piccole, che in primavera produce ciuffi di fiori gialli.

 

Le pareti verticali, rocciose, sono popolate da piccole piante perfettamente adattate alle condizioni limite imposte dalla roccia; la famiglia delle Crassulacee diventa in questo tipo di ambienti estremamente competitiva, grazie alla sua capacità di accumulare acqua nei tessuti delle foglie carnose. Le Crassulacee sono qui rappresentate da Sedum maximum, da Sedum dasyphyllum e dall'ombelico di Venere, quest'ultima caratteristica per il piccolo incavo che si viene a formare al centro della foglia, in corrispondenza dell'attaccatura del picciolo.

Lungo alcune fratture, sui fianchi della rupe, l'acqua piovana, immagazzinata, si trova a fuoriuscire lentamente è qui, in corrispondenza dei punti più ombreggiati, dove l'umidità permane più a lungo che spuntano dalla roccia numerose felci; Polypodium vulgare e australe e il raro asplenio settentrionale, una felce dalle foglie filiformi.

 

La fauna

 

La Riserva Naturale La Pietra ospita una fauna molto simile a quella della vicina R. N. Farma; il torrente Farma infatti, avendo un percorso particolarmente integro, non interrotto da barriere di nessun tipo (come potrebbero essere grandi strade o sbarramenti) costituisce un ottimo corridoio ecologico per tutte le specie legate all'acqua, mentre la copertura boschiva, anch'essa praticamente ininterrotta, facilita gli spostamenti di tutte le forme terrestri. Per il raro gatto selvatico è fondamentale la presenza di vasti territori boscati per il rifugio, uniti ad aree aperte per la caccia, poiché gli individui di questa specie vivono solitari su grandi territori.

Tra i mammiferi predatori, anche la martora utilizza questi territori boscati, ma al contrario del gatto selvatico, che preferisce cacciare nelle zone aperte, la martora utilizza le chiome degli alberi, dove corre agilmente tra un ramo e l'altro per inseguire scoiattoli, ghiri e piccoli uccelli.

Il falco pecchiaiolo è uno dei rapaci più rari presenti nella Riserva, costruisce il nido sugli alberi più alti o sfrutta nidi di cornacchia o di poiana abbandonati. Questo uccello, parente della poiana e ad essa piuttosto simile, ha l'abitudine, inconsueta per un rapace, di nutrirsi soprattutto delle larve di quelle specie di api, vespe e bombi che costruiscono i loro nidi nel terreno, perciò per cibarsi frequenta prevalentemente le aree aperte. Sono segnalati come nidificanti nella Riserva anche il biancone e il lodolaio, due rapaci a rischio, molto rari in tutta la penisola. Più comuni, e ancora legati al bosco per la nidificazione, risultano lo sparviere, la poiana e il gheppio. Fra i rapaci notturni sono presenti nella Riserva l'allocco, il barbagianni e la civetta.

 

Lo studio dell'alimentazione dei rapaci notturni ha mostrato per il comprensorio della Val di Farma la presenza di ben sei specie di toporagni, piccoli mammiferi insettivori. Il metodo di studio si è basato sull'analisi delle borre, piccoli ammassi costituiti dai resti indigeribili delle prede (peli e ossa), che barbagianni e allocco rigurgitano dopo ogni pasto. I toporagni hanno in comune le piccole dimensioni (non superano i 10 centimetri di lunghezza), il muso molto allungato e la pelliccia con una differenza di colore più o meno netta fra dorso e pancia. Il toporagno acquatico di Muller è la specie più strettamente legata ai corsi d'acqua, dove scava la sua tana negli argini e dove caccia, immergendosi, insetti e altri invertebrati, spingendosi a catturare anche piccoli pesci. Lombrichi, ragni, chiocciole e insetti costituiscono la dieta dei più ubiquitari toporagno appenninico, toporagno nano, crocidura ventre bianco e crocidura minore. Infine l'ultima specie del gruppo accertata per la Val di Farma è un vero e proprio record per i mammiferi: si tratta infatti del microscopico mustiolo, il più piccolo mammifero esistente, lungo appena cinque centimetri e "pesante" meno di due grammi. Vive esclusivamente nell'Europa mediterranea e, nonostante le dimensioni, caccia attivamente anche insetti di grandezza paragonabile alla sua.

 

Le porzioni di bosco trattate a ceduo, cioè tagliate regolarmente ogni 10-15 anni circa, sono frequentate dai caprioli, ghiotti dei germogli che sbucano dalle ceppaie tagliate. Le popolazioni di capriolo del bacino del Farma e del Merse sono molto importanti dal punto di vista genetico; esse infatti sembrano aver mantenuto un certo grado di autoctonia, cioè di vicinanza al ceppo originario italiano, in altre zone irrimediabilmente compromesso a causa dei passati ripopolamenti con individui non italiani.

L'ambiente fluviale ospita specie animali di notevole interesse. Fra di queste vi è la rana italica, endemica dell'Italia appenninica, che si distribuisce lungo i fossi affluenti del Farma e del Farmulla più indisturbati, dove la vegetazione è ben sviluppata. Un altro anfibio endemico della penisola italiana è il coloratissimo ululone dal ventre giallo, che nella Riserva occupa svariati ambienti acquatici, fra cui le raccolte d'acqua presenti lungo il torrente Farma e nelle radure della piana del Farmulla.

La fauna ittica di questa Riserva è molto simile a quella della Riserva Naturale Farma; sono infatti presenti numerose specie endemiche della Toscana centro-meridionale e dell'Alto Lazio, come cavedano di ruscello, ghiozzo di ruscello, rovella e barbo appenninico; è presente inoltre anche il vairone, che caratterizza i corsi d'acqua, come il Farma, ad acque fresche e limpide, con letti ciottolosi.