Gli archeologi italiani hanno annunciato, martedì della prima settimana di ottobre 2022, la scoperta, senza precedenti, di oltre venti antiche statue in bronzo, estratte dai fanghi di antiche sorgenti termali sacre in Toscana, in uno stato di conservazione quasi perfetto dopo due millenni.

Si tratta della “scoperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai fatti nella storia del Mediterraneo antico”. Sono le parole del direttore musei del MiC Massimo Osanna a commento dell’incredibile ritrovamento a San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena.

Una scoperta a dir poco eccezionale: 24 statue di bronzo, di raffinatissima fattura, conservate per 2.300 anni dal fango e dall’acqua bollente termale in vasche sacre Le statue sono riemerse dagli scavi nel comune toscano, integre, in perfetto stato di conservazione. Cinque sono alte quasi un metro. Tra le più sorprendenti quella di un giovane efebo, una statua di Igea, dea della salute, con un serpente arrotolato sul braccio. E poi Apollo, altre divinità, matrone, fanciulli, imperatori.

“Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo”, ha detto all’Ansa l’archeologo Jacopo Tabolli, giovane docente dell’Università per Stranieri di Siena, che dal 2019 guida il progetto.

Secondo Tabolli si tratta indubbiamente di un tesoro “assolutamente unico”, accompagnato da una incredibile quantità di iscrizioni in etrusco e in latino. E ancora: migliaia di monete e una serie di altrettanto interessanti offerte vegetali.

Un tesoro intatto che rappresenta il più grande deposito di statue dell’Italia antica e l’unico di cui si può interamente ricostruire il contesto.

 

Il direttore dello scavo, l’archeologo Emanuele Mariotti, spiega l'importanza della scoperta alla giornalista Ilaria Baratta, responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.

 

IB. Un’importantissima scoperta quella compiuta: ma perché è considerata così straordinaria da essere considerata la più importante dopo quella dei Bronzi di Riace?

 

La vera eccezionalità, oltre alla qualità dei bronzi in sé e alla quantità, nonché alla compresenza d’iscrizioni etrusche e iscrizioni latine, fatto non così usuale, sta nel contesto in cui sono stati trovati i reperti: sono stati rinvenuti, tramite una ricerca mirata, nel loro contesto originale. Questo tipo di oggetti, in particolare la bronzistica, sono stati spesso recuperati in vecchi scavi o fuori contesto e non nel posto dove erano in origine. Lo scavo di San Casciano dei Bagni ci racconta una storia molto più completa, ed è proprio questo il vero valore aggiunto. Inoltre la cosa straordinaria è che ci troviamo dentro a un santuario, a una grande vasca sacra dedicata alle acque e agli effetti curativi delle acque mentre ancora c’è l’acqua. È quindi qualcosa di vivo.

 

Il fatto che gli archeologi si siano trovati davanti un tesoro ancora intatto, il più grande deposito di statue dell’Italia antica, dà la possibilità di ricostruire interamente il contesto. Qual'è quindi il contesto?

 

Lo stiamo studiando ora, ma è emersa una sequenza stratigrafica chiara: doni bronzei, statuaria grande e piccola, parti anatomiche, bronzetti di epoca tardo etrusca vengono donati e posti nella vasca sacra come offerta alle acque e agli dei. Il rito è quindi chiaro adesso: le iscrizioni sugli oggetti ritrovati ci parlano di famiglie che dedicano questi ultimi alle divinità per essere salvate e curate. Questa parte viene poi chiusa e ricostruita in epoca romana, e dai bronzi e bronzetti si passa alle offerte monetali, copiosissime, che prendono il posto dei bronzi. Dopodiché si passa ancora all’offerta e alla messa in posa di altari con iscrizioni dedicate ad Apollo, Igea, Esculapio, Fortuna Primigenia, Iside, tutte cose che abbiamo rinvenuto due anni fa, e il tutto viene chiuso nel momento in cui il santuario viene demolito e sigillato alla fine dell’era pagana. Si va quindi dalla commistione culturale tra etruschi e romani alla devozione di epoca romana fino all’ultimo atto di pietas, ovvero alla chiusura del tempio pagano nel momento in cui l’epoca cristiana prende definitivamente il sopravvento, imponendo la chiusura di questo e di tanti altri luoghi. ...]

 

Per gli interessati, l'intero articolo lo trovate su;  Finestre sull'Arte.

 

 
 

 

 
 

Alcune immagini del cantiere di scavo e dei reperti di San Casciano dei Bagni