Foiano mi ha adottato da più di quarant'anni e mentirei se negassi che Foiano e i foianesi mi hanno accolto bene ma, mentirei ancor di più se negassi che a Bettolle, e ai bettollini (quei pochi rimasti) mi lega qualcosa di antico, qualcosa che non si può cancellare. E' certo però che, il paese Bettolle, di cui mi ricordo e voglio raccontare, è molto diverso da quello che vedevo allora.

Ai miei tempi le sue vie erano popolate di anziani, da genitori, ragazzi, ragazze e ragazzini e la sua piazza, Piazza Garibaldi, non era parente nemmeno lontanamente dell'attuale: viveva di vita propria, popolosa, vissuta.

Il centro del paese era l'anima vitale di Bettolle.

 

Adesso molte case sono vuote, tanti fondi, una volta negozi laboriosi, sono chiusi se non addirittura sbarrati. Un cambiamento radicale - comune a molti altri borghi ma che in Bettolle vedo più accentuata - avvenuto troppo in fretta, con il rischio di smarrire il proprio passato e del rapporto tra il suo presente e il suo futuro. Le memorie sono, in terre come queste, una straordinaria ricchezza anche in senso materiale. Sono un passato per traghettarci verso il futuro.

 

E, in tempi, dove la risorsa futuro sembra scarseggiare, molti borghi, il loro passato, lo trattano con cura, lo valorizzano ne inventano pezzi nuovi e li smerciano, cercando di attrarre visitatori.

 

La storia di un territorio, di un paese o di una città, non si legge soltanto nei documenti e nei reperti archeologici, ma si rivive anche nelle manifestazioni con le quali le comunità evocano la memoria di grandi avvenimenti, di antiche glorie, di modi di vita e di comportamenti.

Murlo e Chiusi si richiamano al misterioso mondo degli etruschi, il Medioevo e il Rinascimento rivivono nelle gare degli arcieri e degli sbandieratori di San Quirico d'Orcia, di Montalcino e di San Gimignano e nella Giostra del Saracino di Sarteano. In tutti i centri comunali e nei piccoli villaggi costante è il richiamo alla memoria della cultura contadina che i cambiamenti storici e sociali hanno travolto ma non cancellato.

Cultura in senso proprio rivive nel Bruscello di Montepulciano accanto alle prove di abilità e di forza del Bravio delle Botti o nelle rappresentazioni del Teatro Povero di Monticchiello.

Riti propiziatori rivivono nei "sega la vecchia" di Sinalunga e nella Festa delle Rocche di Guazzino; la gastronomia ripropone immutate le ricette tipiche di questa terra, i grandi vini, i tartufi bianche delle Crete - San Giovanni d'Asso, Asciano - nell'olio di Trequanda e nel miele di Montalcino.

L'apertura delle cacce di Montalcino è una rievocazione storica come lo è quella che ogni anno riporta gli "esuli" dell'ultima Repubblica di Siena a ripercorrere a piedi la via che li portò all'ultima resistenza a Montalcino.

Lo sport più antico del territorio senese è vivo e sentito nella "Palla eh" di Ciciano.

Passato e presente che si uniscono nel segno della continuità e proprio perché ogni comunità rinnova per se stessa il rito della memoria, infiniti sono i richiami per i visitatori.

 

Viviamo in una strana società. In una generazione con infiniti strumenti per comunicare: travolti da messaggi e da segni, eppure ci circonda spesso il silenzio. Proiettati verso un futuro incerto, non conosciamo più il nostro passato - l'unica cosa certa e concreta - per comprendere meglio il presente e affrontare un domani in modo costruttivo.

Questo è il motivo per cui ho voluto, con alcune immagini, reperite qua e la nel web, ricordarmi come eravamo in quel di Bettolle un po' di anni fa.

Buona visione: Immagini

 

 

Centro storico, Via cassia e dintorni

 

 

 
     
 

 

Bettolle, 1955 alcuni operai del magazzino tabacchi di Puccio Prefumo. Da sinistra: l'Elge, il Bucci, l'Adriana, la Rosetta, la Marina (mia mamma), la Rita, la Elge, Pasqualone e Viola.

 

 

 

Squadra di calcio del Bettolle anno 1946-48. I componenti la squadra in piedi da sinistra: Umberto Tommassini (bombetta), Waiser Cherubini (cicalino), Romildo Rossi (baffino), Ivan Marchi (fico), Guido Bartolozzi (bartolozzo), Remo Nerucci (sgurinna), Raimondo Boricchi (mondo).

In ginocchio, sempre da sinistra: Trabalzini L. (bombolo), Caporali F. (bange), Spartaco Cortonesi (il titti), Oreti C. (pagnotta) e Pietro Oreti (professore).

 

 

 

I componenti la squadra di calcio del Bettolle 1947-49: in piedi da sinistra: Ghigo Bernardini non giocatore),Mariani (non bettollino), Waiser Cherubini (cicalino), Alfio Ruspetti (zola), Umberto Tommassini (bombetta), Rivo Trabalzini (rubacentimetri), Romildo Rossi (baffino).

Accovacciati da sinistra: Remo Bartoli, Spartaco Cortonesi (il titti), Ivan Marchi (fico), Telemaco Paggi (matassa) e Rino Picciafuochi (il piccia).

 

 

 

Bettolle, 1935 Piazza Garibaldi davanti al cancello di Villa Passerini: al centro Gino Bartali a destra Dante Boricchi e Ilias Marchi, gli altri mi sono sconosciuti.

 

 

 

Bettolle 1935-36 - a sinistra Ilias Marchi  e gli altri sconosciuti, forse nel viale di Villa Puccio Prefumo

 

 

 

Squadra di calcio del Bettolle 1963, in piedi da sinistra: Corrado Marchi, Valdimaro Bardelli, Angiolo Bernardini, Enzo Ghezzi, Piero Catoni e Dario Tommassini -

In basso, da sinistra: Luciano Manieri (nuvolone), Moreno Bernardini, Mario Grazi, Massimo Battisti e Luciano Battisti.

(Foto, Mario Tommassini)

 

 

 

Squadra di calcio del Bettolle 1964, in piedi da sinistra: Enzo Bernardini (non giocatore) - Ilvo Fei, Carlo Guidarelli, Enzo Ghezzi, Dino Rossi, Luciano Battisti e Vincenzo Tommassini - Alfonso Bui (non giocatore).

In basso da sinistra: Mario Brandini, Lanfranco Catoni, Franco Franchi, Aldo Marchi e Franco Nerucci.

 

 

 

Colonia Peppino Puccio-Prefumo, anno 1940-43

 

 

 

Occupazione fornaci laterizi Tempora - 1947-48

 

 

 

Bettolle, carnevale 1974 - King Kong e la bionda - Alcide e Pasqualino