Il Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale

 

Il Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale e stato costituito il 13/02/2003 ed e stato ufficialmente riconosciuto con DM n.62187 del 29/03/2004.
Gli scopi principali del Consorzio di Tutela sono la tutela del marchio IGP "Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale", la promozione e la valorizzazione del prodotto, l'attività di informazione al consumatore e la cura generale degli interressi relativi alla produzione IGP.
In particolare l'attività si svolge attraverso lo svolgimento delle attività consultive per l'applicazione del disciplinare di produzione e la definizione di programmi recanti misure di carattere strutturale e di adeguamento del disciplinare e le proposte di modifica del disciplinare stesso.
L'attività principale risulta comunque essere quella relativa alla vigilanza, alla tutela e alla salvaguardia dell'IGP da abusi, atti di concorrenza sleale, contraffazioni ed uso improprio del marchio. Parallelamente svolge anche attività di divulgazione e di informazione al consumatore sul marchio "Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale" e sulle caratteristiche e pregi del prodotto.
Svolge inoltre attività di supporto nella programmazione e nel coordinamento della produzione in funzione delle esigenze del mercato, nella realizzazione di piani di miglioramento qualitativo e di punto di incontro tra domanda e offerta.

 

 
     
   

IGP "Vitellone Bianco Dell'Appennino Centrale"

 

Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale: un marchio ed un nome per indicare, certificare e garantire la carne di Chianina, Marchigiana e Romagnola, tre grandi razze bovine da carne italiane. Ad oggi il Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale e l'unico marchio di qualità IGP per la carne bovina fresca prodotta in Italia. IGP significa Indicazione Geografica Protetta ed e uno dei due sistemi che l'Unione Europea adotta per riconoscere e proteggere i prodotti agroalimentari di pregio destinati all'alimentazione umana. Esso e strettamente legato alla zona di origine e di produzione.
Il Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale come tutti i nomi ha un significato ben preciso e ricco di contenuti. "Vitellone" innanzitutto, perche da sempre la produzione migliore dei bovini da carne si ottiene da soggetti di età compresa tra 12 e 24 mesi, che si chiamano appunto vitelloni. A questa età gli animali sono giovani e la carne di queste razze resta molto magra con una composizione in acidi grassi molto favorevole alla alimentazione moderna. "Bianco" perche i bovini di queste razze hanno il mantello bianco che ben risalta sulla cute nero-ardesia che permette a questi bovini di tollerare ottimamente le radiazioni solari dei tipici ambienti pascolativi. "dell'Appennino centrale" rappresenta "l'indicazione di origine", perché questa e la zona dove, tradizionalmente, Chianina, Marchigiana e Romagnola sono allevate da oltre 1500 anni, alimentandosi con foraggi e mangimi tipici dell'area.
I profumi delle essenze con cui si alimentano gli animali si ritrova nell'aroma della carne e contribuisce a distinguerla da tutte le altre carni. Questo marchio di qualità e stato fortemente voluto dagli allevatori di queste razze che, innamorati di questi animali e della tradizione ad essi legata, da oltre vent'anni hanno voluto qualificare e distinguere la carne da loro stessi prodotta, ben consapevoli di non avere "niente da nascondere" ma anzi molto da "mostrare" al consumatore.
Le carni prodotte dalla Chianina, Marchigiana e Romagnola (le uniche a potere essere certificate con il marchio IGP "Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale") si collocano tra le produzioni animali di alto pregio anche grazie ad una fortunata combinazione che associa a questa predisposizione genetica, sistemi naturali di allevamento e di alimentazione. Il Consorzio di Tutela "Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale" svolge l'attività di tutela e controllo del marchio lungo la filiera di produzione e di commercializzazione, restituendo al consumatore un sapore millenario, che rischiava di andare perduto, in stretto legame con le nostre tradizioni e il nostro territorio.

 

 
     
   

 

La Razza Chianina

 

Deriva secondo alcuni dal Bos Primigenius (quello raffigurato nei graffiti delle caverne preistoriche), la Chianina risulta presente in Italia da oltre 2500 anni.

Il "bove" chianino era molto apprezzato già dagli Etruschi e dai Romani che per il suo candido manto lo usavano nei cortei trionfali e per i sacrifìci alle divinità, come troviamo descritto dai georgici e dai poeti latini e raffigurato in bronzetti e bassorilievi romani tra cui quello celebre dell'Arco di Tito nel Foro Imperiale.

Il suo nome deriva dalla Val di Chiana, area in cui da sempre e allevata. Oggi è presente in Toscana, Umbria, alto Lazio, ed in misura minore, anche in altre regioni.

La Chianina e riconoscibile (contraddistinta) dal manto bianco-porcellana, dalla pigmentazione nera del musello e della lingua, dalla testa leggera ed elegante con corna brevi, dal tronco lungo e cilindrico con dorso e lombi larghi e dagli arti pili lunghi che nelle altre razze: e. infatti, il bovino pili grande del mondo.

Nel secondo dopoguerra, grazie alla grande facilita di adattamento ad ambienti diversi, la Chianina è diventata una razza "cosmopolita", varcando i confini nazionali per raggiungere l'Asia, la Cina, la Russia. l'Australia e le due Americhe.

Utilizzata un tempo soprattutto per il lavoro nelle campagne, la Chianina e considerata oggi uno dei più pregiati produttori di carne al mondo. Tra le razze bovine tutelate dal Consorzio la Chianina è forse quella che gode oggi di un'immagine pili nobile ed affermata, grazie anche alla fama che si e saputa conquistare con il mito gastronomico della "fiorentina".

 

 

 

La Razza Marchigiana

 

La storia della razza Marchigiana, come la conosciamo oggi, inizia in realtà verso la meta del XIX secolo quando gli allevatori marchigiani incrociarono il bovino podolico autoctono (derivato dal "Bovino dalle grandi corna" giunto in Italia nel VI secolo d.C.) con tori chianini per ottenere una razza con maggior attitudine al lavoro e alla produzione di carne. L'effetto di questo incrocio fu una trasformazione evidente del bovino; miglior sviluppo muscolare, mantello più chiaro, corna più corte e testa più leggera.

Dopo un ulteriore incrocio con la razza Romagnola agli inizi del XX secolo, per abbassare la statura e rendere la razza adatta al lavoro dei campi, la Marchigiana assunse i caratteri attuali.

Ricoperto da un pelo corto, bianco e liscio, con sfumature grigie sulle spalle, l'avambraccio e le occhiature, il bovino Marchigiano si riconosce per la cute pigmentata, la testa possente ma leggera, il collo corto, gibboso nei maschi, con giogaia ridotta e lo sviluppo armonico delle varie regioni somatiche.

Ottima produttrice di carne, sia in termini di resa al macello che di qualità delle carni (leggermente rosate e con grana fine), la Marchigiana viene oggi allevata in tutta l'Italia centrale: Marche, Abruzzo Lazio, Molise, Campania (nelle provincie di Benevento ed Avellino), ed in Sicilia.

L'ottima capacita di adattamento lo rende un bovino ideale per il pascolo in terreni difficili, e quindi un veicolo di recupero e valorizzazione economica dei cosiddetti "terreni marginali".

 

 

La Razza Romagnola

 

La storia della razza Romagnola vanta origini antichissime, come ormai sembra accertato, deriva dal Bos Taurus Macrocerus (Uro dalle grandi corna) un bovino originario delle grandi steppe dell'Europa Centro-Orientale da cui sarebbero derivate diverse razze simili per costituzione, tipo, mantello, forma della testa e degli arti.

L'arrivo in Italia dei bovini antenati della attuale Romagnola e databile intorno al IV secolo d.C. con l'invasione dei Longobardi guidati da Agilulfo.

Lo stabilirsi nelle regioni della Romagna delle popolazioni al seguito dell'esercito e l'adattamento all'ambiente italico dei bovini portati dai Longobardi, condusse al bovino Romagnolo che conosciamo oggi, il cui allevamento e diffuso nelle province di Bologna, Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna, Pesaro e Firenze.

Riconoscibile dal mantello grigio-chiaro tendente al bianco, particolarmente nelle femmine, con sfumature grigie in diverse regioni del corpo, il bovino Romagnolo può vantare un notevole sviluppo muscolare, un'ottima conformazione del bacino ed una spiccata robustezza degli arti.

E' considerato il bovino più resistente al clima tra le razze bianche: la sua adattabilità a terreni difficili lo rende un ottimo animale da pascolo.

La moderna opera di selezione ha migliorato l'attitudine alla produzione di carne tanto in termini di resa al macello che di qualità del prodotto.