Il Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale
Il Consorzio di Tutela
del Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale e stato costituito il
13/02/2003 ed e stato ufficialmente riconosciuto con DM n.62187 del
29/03/2004. |
IGP "Vitellone Bianco Dell'Appennino Centrale"
Vitellone Bianco
dell'Appennino Centrale: un marchio ed un nome per indicare, certificare
e garantire la carne di Chianina, Marchigiana e Romagnola, tre grandi
razze bovine da carne italiane. Ad oggi il Vitellone Bianco
dell'Appennino Centrale e l'unico marchio di qualità IGP per la carne
bovina fresca prodotta in Italia. IGP significa Indicazione Geografica
Protetta ed e uno dei due sistemi che l'Unione Europea adotta per
riconoscere e proteggere i prodotti agroalimentari di pregio destinati
all'alimentazione umana. Esso e strettamente legato alla zona di origine
e di produzione. |
La Razza Chianina
Deriva secondo alcuni dal Bos Primigenius (quello raffigurato nei graffiti delle caverne preistoriche), la Chianina risulta presente in Italia da oltre 2500 anni. Il "bove" chianino era molto apprezzato già dagli Etruschi e dai Romani che per il suo candido manto lo usavano nei cortei trionfali e per i sacrifìci alle divinità, come troviamo descritto dai georgici e dai poeti latini e raffigurato in bronzetti e bassorilievi romani tra cui quello celebre dell'Arco di Tito nel Foro Imperiale. Il suo nome deriva dalla Val di Chiana, area in cui da sempre e allevata. Oggi è presente in Toscana, Umbria, alto Lazio, ed in misura minore, anche in altre regioni. La Chianina e riconoscibile (contraddistinta) dal manto bianco-porcellana, dalla pigmentazione nera del musello e della lingua, dalla testa leggera ed elegante con corna brevi, dal tronco lungo e cilindrico con dorso e lombi larghi e dagli arti pili lunghi che nelle altre razze: e. infatti, il bovino pili grande del mondo. Nel secondo dopoguerra, grazie alla grande facilita di adattamento ad ambienti diversi, la Chianina è diventata una razza "cosmopolita", varcando i confini nazionali per raggiungere l'Asia, la Cina, la Russia. l'Australia e le due Americhe. Utilizzata un tempo soprattutto per il lavoro nelle campagne, la Chianina e considerata oggi uno dei più pregiati produttori di carne al mondo. Tra le razze bovine tutelate dal Consorzio la Chianina è forse quella che gode oggi di un'immagine pili nobile ed affermata, grazie anche alla fama che si e saputa conquistare con il mito gastronomico della "fiorentina".
|
La Razza Marchigiana
La storia della razza Marchigiana, come la conosciamo oggi, inizia in realtà verso la meta del XIX secolo quando gli allevatori marchigiani incrociarono il bovino podolico autoctono (derivato dal "Bovino dalle grandi corna" giunto in Italia nel VI secolo d.C.) con tori chianini per ottenere una razza con maggior attitudine al lavoro e alla produzione di carne. L'effetto di questo incrocio fu una trasformazione evidente del bovino; miglior sviluppo muscolare, mantello più chiaro, corna più corte e testa più leggera. Dopo un ulteriore incrocio con la razza Romagnola agli inizi del XX secolo, per abbassare la statura e rendere la razza adatta al lavoro dei campi, la Marchigiana assunse i caratteri attuali. Ricoperto da un pelo corto, bianco e liscio, con sfumature grigie sulle spalle, l'avambraccio e le occhiature, il bovino Marchigiano si riconosce per la cute pigmentata, la testa possente ma leggera, il collo corto, gibboso nei maschi, con giogaia ridotta e lo sviluppo armonico delle varie regioni somatiche. Ottima produttrice di carne, sia in termini di resa al macello che di qualità delle carni (leggermente rosate e con grana fine), la Marchigiana viene oggi allevata in tutta l'Italia centrale: Marche, Abruzzo Lazio, Molise, Campania (nelle provincie di Benevento ed Avellino), ed in Sicilia. L'ottima capacita di adattamento lo rende un bovino ideale per il pascolo in terreni difficili, e quindi un veicolo di recupero e valorizzazione economica dei cosiddetti "terreni marginali". |
La Razza Romagnola
La storia della razza Romagnola vanta origini antichissime, come ormai sembra accertato, deriva dal Bos Taurus Macrocerus (Uro dalle grandi corna) un bovino originario delle grandi steppe dell'Europa Centro-Orientale da cui sarebbero derivate diverse razze simili per costituzione, tipo, mantello, forma della testa e degli arti. L'arrivo in Italia dei bovini antenati della attuale Romagnola e databile intorno al IV secolo d.C. con l'invasione dei Longobardi guidati da Agilulfo. Lo stabilirsi nelle regioni della Romagna delle popolazioni al seguito dell'esercito e l'adattamento all'ambiente italico dei bovini portati dai Longobardi, condusse al bovino Romagnolo che conosciamo oggi, il cui allevamento e diffuso nelle province di Bologna, Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna, Pesaro e Firenze. Riconoscibile dal mantello grigio-chiaro tendente al bianco, particolarmente nelle femmine, con sfumature grigie in diverse regioni del corpo, il bovino Romagnolo può vantare un notevole sviluppo muscolare, un'ottima conformazione del bacino ed una spiccata robustezza degli arti. E' considerato il bovino più resistente al clima tra le razze bianche: la sua adattabilità a terreni difficili lo rende un ottimo animale da pascolo. La moderna opera di selezione ha migliorato l'attitudine alla produzione di carne tanto in termini di resa al macello che di qualità del prodotto. |