A nord della confluenza tra Merse e l'Ombrone, che da questo punto ne costituiscono per lunghi tratti anche il confine, si stende il territorio comunale di Murlo in una zona collinare che ha nel Poggio Cerreto (502 metri) la massima elevazione.


L'antichità dell'insediamento umano nel territorio di Murlo, se era già attestata da sporadici ritrovamenti del più antico periodo etrusco, se non addirittura precedenti, ha avuto una clamorosa conferma negli scavi di Poggio Civitate, i cui reperti sono conservati in un apposito Antiquarium. Anche la toponomastica serba qualche traccia etrusca, come attesta Crevole. Del resto nel territorio di Murlo doveva passare un'antica strada, divenuta importante almeno in epoca romana, con andamento sud-nord, attestata nel Medioevo da un allineamento di pievi dalla zona dell'Amiata fino a Siena. Potrebbe trattarsi del supposto prolungamento della via Clodia che, passando ad occidente dell'Amiata, avrebbe raggiunto Siena e Lucca con una funzione viaria simile a quella svolta in seguito dalla via Francigena. Di questa serie di pievi rientrano nel territorio di Murlo quella omonima e le altre di Crevole e di Coppiano.

Murlo, con le località di Casciano, Crevole, Lupompesi, Montepertuso, Resi e Vallerano, praticamente tutta l'attuale circoscrizione comunale, fu nel Medioevo feudo del vescovo di Siena, costituendo fino all'epoca moderna la parte più cospicua, anche se non la sola, del patrimonio fondiario. Alla fine del XII secolo - del 1189 è il riconoscimento del privilegio - la formazione del feudo vescovile può dirsi compiuta e definita territorialmente. Sul feudo i vescovi avevano pieni poteri e diritti fiscali, sebbene al 1274 essi avessero obbligo di milizia a favore del comune di Siena e, dal 1387, quello del pagamento di un censo alla città e di acquistarvi il sale. Soltanto nel 1749 i diritto del vescovo furono aboliti.

Già ricordato al momento della ratifica del feudo, il Castello di Crevole fu uno dei più fortificati, e con Murlo costituì la residenza più importante del vescovo senese. Nei primi decenni del Trecento il vescovo Malavolti ne potenziò le opere di difesa, mentre verso la fine dello stesso secolo ci fu un tentativo della repubblica senese di assicurarsene il possesso: dopo di che per vari decenni la repubblica vi tenne dei soldati a spese del vescovo.
Durante la guerra di Siena, dopo alterne vicende, Crevole venne completamente distrutto dagli imperiali. Del grandioso castello, che ebbe almeno due cinte di mura, restano tratti della parte basamentale di queste e parte di un'altissima torre, su una collina coperta di vegetazione.