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La Sagra del Tordo trae origine dall’antica tradizione venatoria di queste zone; sulla collina infatti, dove gli oliveti si alternano ai vigneti ed ai boschi di macchia mediterranea, ad ottobre è più intenso che in altri luoghi, ora come un tempo, il flusso degli uccelli migratori provenienti dal nord ed in particolare dei tordi. Nel periodo medievale cacciatori e falconieri battevano il contado e tornavano a casa carichi di prede; si facevano allora feste e banchetti cui tutti partecipavano, nobili e popolo; l’ardimento e la maestria degli uomini si misuravano in giostre, mentre le donne davano prova della loro abilità nell’approntare mense con la cacciagione e con il generoso vino del posto.

 

 

 

La festa

Fin dalla mattina i garzoni e le donzelle del Trescone, nei costumi della campagna toscana dell’ottocento, ballano e cantano accompagnati dalle fisarmoniche, invitando tutti a partecipare alla festa.

Da Piazza Cavour intanto, un corteo composto da circa cento cinquanta figuranti con costumi che si ispirano a quelli di fine trecento inizio quattrocento, studiati fin nei minimi particolari e disegnati da costumisti di gran rilievo, sfila per le vie del paese colorate dalle bandiere dei quattro Quartieri. Gli squilli delle chiarine ed il rullar dei tamburi accompagnano il tradizionale omaggio dei Quartieri alla Signora di Fortezza, che insieme alle dame della sua Corte attende sotto il loggiato del Palazzo Comunale il ritorno dalla caccia di cavalieri, paggi ed arcieri. 

Da un affaccio sotto la torre civica, che domina la Piazza del Popolo, il banditore dà lettura del documento che dichiara formalmente aperta la Sagra del Tordo, mentre, in onore dei Signori di Fortezza,dei tordi sono liberati in volo.

Il corteo prosegue verso Piazza Garibaldi dove, dal sagrato dell’antica, Sant'Egidio, la chiesa dei Senesi in Montalcino, viene impartita la benedizione agli arcieri, veri protagonisti del torneo pomeridiano. I figuranti vanno poi fino alla Fortezza trecentesca. Presso i quattro Quartieri di Montalcino è possibile gustare le pietanze ed i prodotti tipici: pappardelle al cinghiale, pici al sugo, zuppa di fagioli, carni alla brace, tutto accompagnato dai famosi vini di Montalcino.

 

Nel pomeriggio il corteo storico riprende alla volta del campo da torneo, ricostruito all’ombra dei bastioni della rocca, E’ questo il momento in cui le rivalità, le speranze gli antagonismi si accendono e si puntano i riflettori sugli arcieri, due per ogni quartiere, chiamati, tramite un sorteggio avvenuto il giorno precedente, a rappresentare sul campo i loro colori. I primi quattro arcieri, uno per quartiere, e poi i secondi quattro , all’ ordine del Capitano di Campo, scoccano cinque frecce ciascuno nel susseguirsi di quattro serie nelle quali aumentano gradatamente la distanza ed il punteggio; vince il Quartiere che, al termine della competizione, ha totalizzato con, i suoi arcieri il maggior numero di punti.

Alla fine della gara il Quartiere vincitore ritira dal Capitano di Campo una freccia d’argento, premio per la vittoria conquistata, inneggiando canti di gioia e di presa in giro nei confronti degli altri Quartieri. I festeggiamenti andranno avanti per tutto l’inverno e coloro che hanno perso si dovranno sorbi i canti e gli scherzi dei vincitori.

 

La Sagra del Tordo non rappresenta quindi solo rievocazione storica che diviene spettacolo, ma è l’espressione del modo di essere e della vita sociale della gente di Montalcino, che in questi giorni rivive, in maniera fantastica, il suo passato attraverso l’acceso antagonismo tra il Borghetto, il Pianello , la Ruga ed il Travaglio, cioè i quattro villaggi  che, sorti mille anni fa sulle pendici della collina, unificatisi, dettero origine alla città.