L'istrice

 

Superordine

Ordine

Famiglia

Genere

Specie    

 

Roditori

Istricidi

Hystrix

Hystrix cristata

Mammiferi

Nomi dialettali: ìstrizz, èstrezz, porcospino

 

 

 

 

Descrizione: l'istrice crestata (Hystrix cristata) si distingue per il corpo tozzo, la testa grossa, e soprattutto per il mantello irto di aculei molto sviluppati. Può essere lunga circa 80 cm, compresi i 10 della coda, e alta non più di 25 cm, gli esemplari più grandi possono raggiungere quasi i 20 kg di peso. Deficiente per la vista e l'udito, li compensa con un odorato molto sviluppato.

Habitat: si può avvistare sia in pianura che in montagna, e soggiorna in preferenza nelle macchie di basso fusto e nei boschi più inaccessibili e non di rado vicino alle aree coltivate.

Riproduzione: il periodo degli amori cade in estate, e dopo una gestazione di circa 120 giorni la femmina dà alla luce da 2 a 4 piccoli, che nascono con gli occhi aperti e il corpo rivestito di brevi aculei morbidi e restano con i genitori per un anno.

Alimentazione: l'Istrice è prevalentemente vegetariano, di notte si sposta nei boschi in cerca di frutti caduti dagli alberi, tuberi, radici, tenere cortecce e foglie.
 

Caccia:  particolarmente protetto.

Per la limitatezza della sua distribuzione geografica nel continente europeo l’Istrice è stato dichiarato una delle quattro specie di roditori strettamente protette dalla convenzione del 1979 sulla conservazione della fauna selvatica e degli habitat naturali europei e, dal 1977, è specie protetta dalla legislatura italiana. È soggetto ad un bracconaggio spietato per le sue carni ritenute prelibate, soprattutto nelle regioni centrali (Toscana, Umbria,Lazio) e Sicilia.

 


 

Morfologia

 

Oltre che la Sicilia, questo grande roditore (arriva a 60 centimetri di lunghezza) popola l'Italia meridionale e raggiunge la Versilia sul versante tirrenico e il Molise su quello Adriatico; ovunque preferisce vivere nelle zone aride e incolte, nella macchia mediterranea e su pendici montane sino a un'altitudine di 800 metri circa. Recenti indicazioni consentono, inoltre, di segnalare un fatto interessante: l'areale di distribuzione dell'istrice si starebbe allargando verso il nord della penisola, in seguito all'abbandono da parte dell'uomo di alcuni tratti di terreno che prima venivano coltivati.

 

L'istrice crestata {Hystrix cristata), chiamata anche porcospino, misura da 50 a 70 centimetri di lunghezza, oltre alla coda di soli 5 centimetri: il peso dell'adulto varia generalmente da 10 a 15 chili, sebbene siano noti esemplari che superano anche i 20 chili. Il suo inconfondibile aspetto la rende uno dei più singolari mammiferi oggi viventi. Il mantello che ricopre il suo corpo è infatti veramente caratteristico: sul capo e sul collo, lunghe e robuste setole flessibili di colore nerastro formano una specie di criniera erettile, mentre il dorso è interamente coperto da aculei rigidi, lisci, appuntiti, di varia lunghezza (da 3 a 30 centimetri) e anellati di bianco e nero. Quando l'animale viene disturbato, erige gli aculei perpendicolarmente al corpo formando una sorta di ventaglio (la loro mobilità è dovuta alla contrazione della muscolatura sottocutanea molto sviluppata). Anche la coda è provvista di aculei più corti (non superano i 5 centimetri di lunghezza) e più spessi di quelli del corpo, e che sono foggiati a tubo aperto all'estremità con la base sottile e mobile che permette forti vibrazioni.

Questo mantello di aculei, unico nel suo genere, oltre a incutere timore conferisce a chi lo possiede un aspetto goffo e pesante, anche perché il tronco dell'istrice poggia su arti robusti ma corti, con piedi larghi, la cui dita (nelle zampe anteriori il pollice è rudimentale) terminano con forti unghioni nerastri. La testa è tozza con orecchie piccole e poco visibili in quanto sono ricoperte dalle setole e occhi relativamente grandi molto mobili, anche se dalla capacità visiva assai ridotta. Anche l'udito sembra essere poco acuto; l'unico senso molto sviluppato è l'olfatto.

 

Talvolta la tana, abbastanza grande, viene ricavata da un anfratto naturale ristrutturato allo scopo, ma in genere viene scavata in profondità dalla coppia dove il terreno è più soffice. È costituita da due o più camere, collegate fra loro da cunicoli che possono avere anche 4 o 5 sbocchi all'esterno. Qui trascorre l'inverno dormendo, senza cadere in un vero e proprio letargo, in quanto non disdegna di uscire di tanto in tanto, quando fa meno freddo e quando è spinta dalla fame. Nel nido sta rintanata anche durante il giorno, e ne esce di notte alla ricerca di cibo. L'alimentazione è soprattutto vegetariana: rizomi, frutta, bulbi; inoltre le radici e le cortecce sono particolarmente utili al consumo dei denti (specialmente gli incisivi), a crescita continua. Quando mangia, tiene il boccone ben saldo con le zampe anteriori.

 

Il periodo degli amori nel nostro paese corrisponde ai mesi primaverili (gli animali in cattività possono però riprodursi lungo tutto l'anno, mantenendo una maggiore intensità da aprile a settembre). Il breve corteggia-mento consiste, soprattutto, in vari sfregamenti 'naso contro naso'. All'accettazione del partner da parte della femmina segue l'accoppiamento: generalmente quest'ultima dispone a ruota gli aculei dorsali, solleva la coda quasi parallela ad essi e permette così al maschio di fecondarla.
La durata della gestazione, controllata con esattezza per animali in cattività, è di circa 110-112 giorni, mentre allo stato selvatico si aggira sui 60 giorni. Generalmente l'animale da alla luce due piccoli e il parto avviene in una camera della tana, ben imbottita con muschio e foglie. Pur essendo dei nidiacei, i neonati vengono alla luce con gli occhi già aperti, l'addome rivestito di peli corti, peli neri sulla parte centrale del dorso e aculei morbidi in quella anteriore. Tuttavia, già poche ore dopo la nascita, gli aculei divengono più duri e robusti.

I giovani, che dopo una settimana cominciano a sporgersi fuori dalla tana, raggiungono una totale indipendenza a 3 mesi, e fino ad allora vengono costantemente seguiti e difesi dai genitori, in particolare dal padre; questi assume veramente il compito del capofamiglia sino alla maturità dei piccoli, ed è lui addirittura che si occupa dei primi passi all'aria aperta dei figli, i quali con la madre scambiano invece gesti affettuosi consistenti in ripetuti sfregamenti nasali. Il nucleo familiare occupa un territorio di circa mezzo ettaro, la cui perfetta conoscenza è dovuta soprattutto al buon senso di orientamento di cui questi mammiferi sono dotati. La vita dell'istrice può facilmente superare i 10 anni, anche se in cattività si sono osservati animali di oltre 20 anni di età.